Si sta tenendo in questi giorni a Torre Pellice il Sinodo annuale della Chiesa Valdese e Metodista. Iniziato domenica 21 agosto, terminerà venerdì 26 . I temi affrontati variano dall’ecumenismo ai fenomeni migratori e all’accoglienza, dalle diverse forme di famiglia alla diaconia, per arrivare alla preparazione del 500. anniversario della Riforma del 2017.

Quest’anno, della nostra chiesa di Verona, sono presenti a seguire i lavori Erica Sfredda e Enrico Parizzi. E’ Enrico che ci riporta il senso e lo spirito profondo che anima il sinodo e chi vi partecipa: ” E’ la consapevolezza di fare parte di una Chiesa con una forte vocazione internazionale. Se i valdesi sono riusciti a sopravvivere a guerre, carestie e persecuzioni, ciò è stato possibile da un lato grazie al senso di essere un “popolo” tenuto insieme dalla fede comune, dall’altro all’apertura verso fratelli e sorelle di altre parti del mondo: in periodi diversi, gli Hussiti, le città libere riformate della Svizzera, della Francia e della Germania, le Fiandre, il mondo anglosassone. Oggi il Sinodo è il luogo privilegiato in cui si possono incontrare fratelli e sorelle appartenenti alle chiese valdesi di tutta Italia, Germania, Svizzera, USA e America latina, nonché delle chiese protestanti con cui siamo in relazione. Fratelli e sorelle che portano tematiche, discussioni, proposte diverse, allargano le nostre prospettive e arricchiscono l’esperienza della testimonianza e dell’annuncio della Parola. Qui si tasta il polso della Chiesa, si decidono le linee guida che verranno seguite nel corso dell’anno attraverso l’azione della Tavola Valdese. È molto importante vivere la fede nella consapevolezza di far parte di un organismo più grande, di una comunità che dà respiro e senso alla nostra fede. Il senso di essere una chiesa presbiteriana è fortemente motivato in 1 Corinzi 12 e struttura in modo essenziale il nostro stare insieme e vivere la fede. (“Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. … Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.” 1 Cor, 12,13-14; 26) “. 

Il Sinodo quindi come luogo di unità, condivisione e partecipazione, aperto alle molteplici voci della chiesa ed anche della società. Il culto inaugurale presieduto dal pastore Gianni Genre, ha visto , dalla scelta della musica alle parole del sermone, sottolineare come la fede -analogamente alla musica- possa raggiungere le persone che non è scontato vedere nelle chiese. La sfida delle chiese evangeliche italiane è annunciare le fede a tutti e per farlo devono sopravvivere, aggiornando la loro presenza in una società che ha bisogno di interventi sociali ed assistenziali. Il sermone su Luca 13,10-17 (la donna inferma) ha permesso di evidenziare come la Chiesa ed anche la persona, nel momento in cui sono curvi, in cui  “subiscono il mondo” e temono di non farcela più, corrano un grande pericolo: quello di non vivere in senso pieno, nella gioia dell’Amore.

 Il decano della Facoltà Valdese di Teologia, Prof. Fulvio Ferrario ha riferito come la caratteristica portante della Riforma, a 500 anni dalla sua nascita, è che non ha parole diverse dalle parole cristiane; la Riforma ha voluto essere originale nel senso di riscoprire l’ Evangelo di sempre, nel proprio contesto. La fedeltà alla Riforma significa rifare quello che ha fatto la Riforma: riprendere in mano la Bibbia ed affrontare i problemi attuali, quali: la riforma delle fede personale, l’integrazione e molti altri . Fondamentale è la ricerca di Dio, che è meno lontana dalla nostra sensibilità di quanto crediamo . La chiesa deve accompagnarla e imparare sempre di nuovo a farlo. 

Il messaggio del capo dello stato Sergio Mattarella ha focalizzato come le riflessioni e le idee espresse nel sinodo siano importanti non solo per la chiesa ma per la società intera. Il dialogo ecumenico è espresso nelle parole della lettera di Mons. Parolin, portavoce del papa e segretario di stato vaticano che auspica sempre più intense forme di collaborazione. Il saluto al sinodo da parte del pastore Raffaele Volpe, presidente dell’UCEBI, Unione cristiana evangelica Battista d’Italia, che oltre a ringraziare il Signore per la proficua collaborazione con la nostra chiesa, ha focalizzato il suo intervento sulla multiculturalità: “più che un metodo , uno stile di vita”.

Il noto giornalista Gad Lerner nel corso della serata pubblica ha affrontato il tema dei profughi , dei corridoi umanitari e dell’iniziativa Mediterranean Hope che ha definito “una fiammella profetica”, perché piccola ma che indica la strada che l’ONU ha assunto come priorità : viaggi sicuri, alternativi ai viaggi gestiti dalle organizzazioni criminali. La speranza del giornalista è che si accetti non solo la coerenza del progetto con il diritto italiano ma ci si renda conto che la sindrome da invasione ha portato a ritenere che il diritto internazionale non valga più, diritto che tutela i profughi. Le autorità sono spesso terrorizzate dalla perdita di consenso ed il loro messaggio diviene unicamente : “io sto provando a fermarli”.

In occasione del consueto incontro presinodale è stato affrontato inoltre il dramma della violenza di genere e del femminicidio, dove la vicepresidente della diaconia valdese Victoria Munsey e la pastora Maria Bonafede hanno sottolineato come l’educazione sia fondamentale per scardinare un’ideologia secolare che è stata la base per subordinare le donne all’uomo. Educazione laica a partire dalle scuole; educazione  religiosa, cercando nella Bibbia quanto sottrae le donne alla sopraffazione.

Venerdì 26 i lavori termineranno con le elezioni.

La commissione “Globalizzazione e ambiente” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia propone dei materiali per “Il tempo del creato” che le chiese europee celebrano dal 1 settembre al 4 ottobre .

Il tema scelto per il 2016 è il lavoro in rapporto al creato.

La creazione che Dio ha portato a vita ed esistenza rappresenta la coincidenza perfetta tra parole ed azione.

Il lavoro di Dio è  creazione. La nostra vocazione è quella di essere co-creatori, secondo l’espressione della teologa Dorothee Solle: essere consapevoli che la creazione di Dio non è stato un atto limitato nel tempo ma un atto iniziale del quale ha affidato a noi il compito della continuazione.

Al link sotto riportato materiali e ulteriori dettagli:

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Roma (NEV), 27 luglio 2016 – A fine agosto si svolgerà a Torre Pellice (TO) l’annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, significativo appuntamento nell’ambito del protestantesimo storico italiano. Quest’anno i 180 deputati, per metà pastori e per metà “laici”, si riuniranno dal 21 al 26 agosto. Tra i temi più caldi si prevedono le migrazioni e l’accoglienza, la diaconia, il Cinquecentenario della Riforma protestante, l’ecumenismo e l’otto per mille.Il Sinodo si aprirà con un culto solenne nel tempio di Torre Pellice, non prima però che si sia svolto il “corteo” che vede sfilare i “sinodali” al suono delle campane dall’attigua “Casa valdese”, luogo delle deliberazioni, fin dentro la chiesa risalente al 1852, eretta a soli 4 anni dall’emancipazione dei valdesi. A guidare il “corteo” il pastore cui è stata affidata la predicazione, quest’anno Gianni Genre.Sono attesi numerosi ospiti che come ogni anno giungono da diversi continenti. In particolare sarà presente il presidente della Chiesa metodista unita della Costa D’Avorio, Benjamin Boni; il presidente della Chiesa protestante unita di Francia (EPUdF), Laurent Schlumberger; il presidente della Chiesa evangelica della Renania Manfred Rekowski; e non mancherà la “moderadora” della “Mesa Valdense”, Carola Tron, in rappresentanza delle chiese valdesi del Rio de la Plata (Uruguay e Argentina).Per la CEI saranno presenti mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio nazionale ecumenismo e dialogo interreligioso (UNEDI). Il Sinodo sarà un’occasione per fare il punto sul dialogo con la chiesa cattolica, considerato anche che lo scorso 5 marzo per la prima volta nella storia una delegazione ufficiale delle chiese metodiste e valdesi è stata invitata dal papa in Vaticano.Particolare attenzione sarà dedicata al progetto-pilota dei “corridoi umanitari” promossi dalla Tavola valdese, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla Comunità di Sant’Egidio, e che hanno portato in Italia, attraverso un regolare volo di linea da Beirut, quasi 300 profughi in larga parte siriani. La consueta “serata pubblica del lunedì” in agenda il 22 agosto sarà incentrata proprio su questa “buona pratica”, che i promotori vorrebbero veder replicata anche negli altri paesi dell’area Schengen. Nel corso della serata interverranno il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese; Paolo Naso, coordinatore del progetto FCEI “Mediterranean Hope”; Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio; il giornalista Gad Lerner; nonché il deputato PD Luigi Lacquaniti, membro della chiesa valdese.

 Sono aperte le iscrizioni del convegno “Cattolici e protestanti a 500 anni dalla Riforma. Uno sguardo comune sull’oggi e sul domani” che si terrà a Trento dal 16 al 18 novembre prossimi. Promosso dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI), in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il convegno è il terzo di una serie dedicata dall’UNEDI alle tradizioni di fede nell’ebraismo e nel cristianesimo, ma al contempo fa parte degli appuntamenti ecumenici in vista del 500° anniversario della Riforma protestante. Esso è inoltre frutto della riflessione della Consulta ecumenica dell’UNEDI e i rappresentanti delle chiese membro della FCEI. Il programma prevede tre ambiti principali di riflessione sui quali si alterneranno oratori protestanti e cattolici: la conoscenza delle diverse chiese protestanti, dei nodi teologici del dialogo ecumenico e dell’esperienza di riconciliazione delle memorie che viene dal dialogo ebraico cristiano; le sfide che la società di oggi propone, dal pluralismo religioso alla post- secolarizzazione alla diaconia ecumenica che in questi mesi si è caratterizzata, per esempio, nel progetto dei corridoi umanitari; infine, le prospettive del dialogo tra cattolici e protestanti. Le conclusioni del convegno saranno affidate al pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI, e a don Cristiano Bettega, direttore dell’UNEDI. Due altri momenti caratterizzeranno il convegno: una preghiera ecumenica e un percorso musicale dal titolo “Celebrate il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Percorsi musicali tra protestantesimo e cattolicesimo alla ricerca dei moltissimi spazi comuni”, curato dal musicologo valdese Nicola Sfredda e da Paolo Delama dell’ufficio di musica sacra dell’Arcidiocesi di Trento. I due eventi si terranno rispettivamente presso la cattedrale e la basilica di Santa Maria Maggiore, due luoghi simbolo del Concilio di Trento che nel XVI secolo sancì la condanna cattolica della teologia protestante. Come ha più volte precisato don Bettega, “una scelta simbolica per testimoniare il rinnovato impegno ecumenico del nostro presente”.

(NEV 25/2016)

La chiusura delle iscrizioni è prevista per il 18 settembre o ad esaurimento dei posti disponibili.
Al link sotto riportato la brochure con i dettagli dell’iniziativa:

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Ha avuto luogo domenica 25 luglio scorso, con inizio alle ore 18, l’ultimo appuntamento della serie di incontri che vede aprire la chiesa evangelica valdese di Via Duomo a Verona alla musica classica ed al bel canto. Arie di  Mozart, Rossini, Verdi, Puccini hanno allietato il pubblico. Eccellenti esecuzioni grazie all’organizzazione del Meastro Nicola Sfredda ed alle pregevoli voci di  Candida Spinelli, Maria Carla Baldi, Vincenzo Rose e Andrea Segattini.

La particolarità, che caratterizza la serie di incontri è come non sia circoscritta all’ambito della musica sacra. Fare  uscire la lirica e l’arte musicale in genere dalle sale da concerto per farla entrare in chiesa, se da un lato contribuisce a diffondere la cultura musicale tra chi la frequenta meno, vuole altresì riconoscere il valore dell’arte, non solo come opera del genio umano ma come dono del Signore.

La bellezza che permea il creato riguarda senza dubbio anche quanto l’uomo origina   nel momento in cui si eleva e si esprime cercando -è proprio il caso di dirlo- quell’armonia che è possibile scorgere nell’opera di Dio.

Gli appuntamenti “musica in chiesa” proseguiranno ogni domenica fino al 25 settembre.

Si è appena tenuto  ad Assisi (25-30 luglio 2016) la 53.ma sessione di formazione ecumenica organizzata dal Segretariato Attività Ecumeniche (SAE), presso  la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli.

In un biennio di particolare rilievo per molte confessioni cristiane ( il 2016 è l’anno del giubileo della Misericordia per i cattolici ed anche l’anno del sinodo panortodosso;  il 2017 vedrà il mondo protestante celebrare i 5oo anni della Riforma di Lutero) si inizia un ciclo -che terminerà con l’appuntamento del 2017 – dedicato a: Tradizione, Riforma e Profezia.  La sessione di quest’anno intitolata “Quel che abbiamo visto e udito noi l’annunciamo” (1 GV.1,3) tratta il tema della Tradizione.

Ai lavori partecipa la sorella Erica Sfredda, della nostra chiesa di Verona,  che venerdì 29 ha condotto il momento di Preghiera e meditazione biblica (nella foto di Luca Maria Negro) sul tema  «Ma il Figlio dell’uomo quando verrà troverà fede sulla terra?» (Lc 18,8) .

Il SAE è un’associazione laica ed interconfessionale che promuove da decenni il dialogo e la formazione ecumenica. Fondato da Maria Vingiani e costituitosi in forma associativa nel 1966, è stato tra i promotori della giornata per l’ebraismo nel 1989 e del documento per i matrimoni interconfessionali tra cattolici  e valdesi nel 1998. Dal 1964 organizza la sessione estiva di formazione ecumenica.

Per ulteriori info sul SAE: http://www.saenotizie.it/sae/

 

 

Riportiamo l’articolo ad opera di Gian Mario Gillio e pubblicato su riforma.it il 27 giugno scorso , a proposito delle dichiarazioni rilasciate dal Papa Francesco sul Grande Riformatore.  A tal riguardo si sono chieste le opinioni del Prof. Fulvio Ferrario, teologo, decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma ed a Paolo Ricca, teologo, docente emerito di storia della chiesa della Facoltà Valdese.

Indubbiamente le dichiarazioni di papa Bergoglio si pongono nel cammino ecumenico del suo pontificato, che  per quanto concerne la nostra chiesa, si è manifestato con evidenza in occasione della visita al Tempio Valdese di Torino del 22 giugno 2015. Come ebbe a dire in tale occasione il moderatore della Tavola Valdese Pastore Eugenio Bernardini, si trattava del “frutto di decenni di impegno ecumenico di evangelici e cattolici in Italia”.

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Il moderatore Bernardini: “Una flessione, ma è il segno di quel pluralismo religioso che abbiamo sempre affermato e difeso”
Supera di poco i 37 milioni di euro la quota dell’otto per mille assegnata alla Tavola valdese per il 2016 e riferita alle dichiarazioni del 2013. La cifra è il frutto di 562.266 firme a favore dell’Ente che rappresenta le chiese valdesi e metodiste italiane.

«E’ un risultato importante – commenta il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese (NdR massimo organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi in Italia, composto da 7 persone elette dal Sinodo) – che conferma la fiducia di centinaia di migliaia di italiani nel sistema di gestione che i valdesi e i metodisti italiani hanno scelto di adottare sin dal 1993: l’intera somma ricevuta viene infatti utilizzata esclusivamente per finanziare progetti educativi, sociali, culturali e di sviluppo in Italia e all’estero. Buona parte di questi progetti sono gestiti da enti e associazioni del tutto indipendenti dalle nostre chiese. Uno dei nostri progetti di punta in cui è impegnata la diaconia valdese – spiega ancora Bernardini – è svolto in collaborazione con la Federazione delle Chiese evangeliche e la Comunità di Sant’Egidio: sono i “corridoi umanitari” con i quali il nostro otto per mille ha cercato di garantire un accesso legale e sicuro a profughi in condizioni di vulnerabilità». (v. evento a lato, martedi 14 giugno a Milano)

Nel 2015 le firme erano state poco più di 600.000 e avevano generato un fondo complessivo di 40 milioni e 285mila euro.

“Registriamo una flessione che ha diverse ragioni – spiega il moderatore Bernardini. – La prima e più evidente è che sono entrati nel sistema di ripartizione dell’Otto per mille nuove confessioni religiose che in passato, talora anche formalmente, invitavano i loro aderenti a firmare per la Chiesa valdese. In secondo luogo papa Francesco ha un’autorevolezza morale e una capacità di dialogo con settori anche ai margini della chiesa cattolica che probabilmente iniziano a dare i loro frutti anche sul piano dell’otto per mille. Nonostante la flessione che ci riguarda, il risultato complessivo ci pare interessante e positivo perché assicura visibilità a un nuovo pluralismo religioso che attraversa l’Italia e che noi valdesi e metodisti abbiamo sempre rivendicato come elemento di democrazia, laicità e di libertà di coscienza”.

(Fonte:  Chiesavaldese.org)

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