La chiesa Valdese di Mantova partecipa da anni ad una iniziativa chiamata “Viaggio nelle religioni della mia città”, un progetto che si propone di far conoscere agli studenti delle scuole di  Mantova e della sua provincia le diverse realtà religiose presenti nel territorio, in collaborazione con l’Officina Intercultura, insieme alle comunità baha’i, buddista, cattolica, indù, ebraica, islamica, ortodossa, protestante, sikh.

L’esperienza è cominciata nel 2007, per iniziativa di alcuni insegnanti, con il sostegno del Centro di Educazione interculturale della Provincia, per realizzare dei percorsi con gli alunni che li portassero ad incontrare i testimoni delle diverse religioni e possibilmente anche la visita ai luoghi di culto presenti sul territorio, luoghi di cui a volte non si conosce l’esistenza, indipendentemente dal fatto che siano presenze plurisecolari o di più recente insediamento.

Il viaggio, il pellegrinaggio, la scoperta, l’accoglienza caratterizzano l’esperienza.

Questo viaggio si apre con un incontro in un luogo pubblico in cui si ritrovano alcune classi con i loro insegnanti ed i rappresentanti di varie comunità religiose.

A questo incontro i rappresentanti delle varie comunità si presentano con in mano un bastone per indicare l’avvio del cammino e rivolgono poche parole alle scolaresche, per poi lasciare libero spazio alle domande.

Sono momenti molto gioiosi, arricchiti da interventi musicali: le chitarre dei baha’i, le trombe dei sikh, i tamburi suonati da persone arrivate dall’Africa.

Si fa uso di simboli che possono aiutare i bambini a comprendere meglio alcune situazioni. Uno di questi, sempre presente, è un enorme riccio di legno che viene sistemato al centro del cerchio formato dai bambini; attraverso di esso, si racconta così la storia di due ricci che hanno freddo nella tana; per provare a riscaldarsi cercano di avvicinarsi uno all’altro, ma inizialmente si avvicinano troppo e così si pungono, e solo dopo vari tentativi distribuiscono meglio gli spazi e si riscaldano senza farsi male. La scuola è come la tana, dove, con qualche accorgimento, si può instaurare una convivenza tra diverse culture che risulti piacevole e arricchente per tutti e tutte.

Il riccio

In una di queste giornate di avvio del viaggio, ogni comunità si è presentata con il proprio pane; tutte le varietà sono state mescolate in un’unica cesta, simbolo di tutte le culture e di tutti i popoli, poi il pane è stato condiviso fra tutti.

Un’altra volta, è stato piantato un piccolo melograno,  che è stato innaffiato dal rappresentante di ogni comunità,  perché crescesse con l’apporto di tutti. In questa occasione, il presidente della comunità ebraica Fabio Norsa, oggi purtroppo scomparso, spiegò come il melograno sia uno dei simboli più importanti dell’ebraismo: «Se apri il melograno trovi tanti semini che sembrano uguali, ma sono diversi, come siamo noi per Dio che ci guarda dall’alto. A tenerli insieme è la polpa gialla. Per gli uomini è la Torah degli ebrei, ma può chiamarsi Vangelo, Corano…»

Gli insegnanti interessati richiedono, attraverso l’Officina dell’Intercultura, un appuntamento per visitare i luoghi di culto le varie comunità. Queste visite suscitano curiosità e domande.

La Chiesa valdese di Mantova, quando è possibile, agli incontri presso le scuole privilegia sempre la visita del tempio di Mantova.

Nella foto, la pastora Laura Testa parla agli studenti in una classe terza della scuola media di Gonzaga.

la pastora Laura Testa a Gonzaga (febbraio 2016)

In media ogni anno ci sono una decina di richieste di visita alla nostra chiesa per conoscerne la storia e il modo di vivere la fede.