L’ebreo Paolo nella pluralità del I secolo

Nuove prospettive

La “new perspectivea partire dagli anni 60 del ‘900, svela un mondo ebraico non compatto. Molto difficile riconoscere il giudaismo del I secolo. Al tempo di Gesù la maggioranza degli ebrei sono ellenizzati. Non solo ad Alessandria, anche a Gerusalemme. Gli ebrei nel bacino del mediterraneo parlano per lo più greco; a livello internazionale è l’ebraismo di maggior successo, aperto, teso al confronto. Assistiamo in Palestina all‘affermazione di sadducei (aristocrazia religiosa) e farisei (maggiormente normativi). Pensiamo inoltre agli esseni (non isolati come si credeva un tempo, esisteva un quartiere esseno a Gerusalemme), agli zeloti , che scompariranno nel 135 d.C. con l’ultima e definitiva sconfitta subita nelle guerre contro Roma. Non è corretto inoltre affermare che gli ebrei attendessero uno specifico tipo di Messia , intendevano diversi tipi di Messia.Difficile quindi dire cosa gli ebrei del primo secolo pensassero come collettività . Il movimento cristiano, termine anacronistico, potremmo dire più correttamente “gesuano”, si inquadra come movimento interno all’ebraismo, nato su basi carismatico-escatologiche. Un mondo quindi agitato da correnti con differenze sociali, culturali e teologiche anche rilevanti, non caretterizzato o descritto nella sua interezza e complessità dal movimento farisaico. La riforma del II secolo d.C. porterà al giudaismo di impronta rabbinica, che punterà alla definizione e conservazione della propria identità, in linea con i contenuti della riforma di Esdra e Neemia del IV secolo a.C. . Potremmo addirittura dire che l’ebraismo rabbinico ed il cristianesimo sono le due forme del giudaismo del primo secolo sopravvissute fino ad oggi.

Le diverse correnti nell’ebraismo del I secolo.

Gli ebrei del secondo tempio (come i primi cristiani ) considerano il tempio il centro della relazione tra l’uomo e Dio.

L’autorità del tempio è quella dei sadducei: il gruppo dominante in termini politici e religiosi, la corrente istituzionale, gli altri gruppi sono di opposizione o di riforma. Si è sacerdoti per nascita e non per scelta, (non tutti i membri delle famiglie sacerdotali sono sadducei) . Annah e Caiafa sono sadducei. Gli altri gruppi pongono al centro della loro interpretazione dell’ebraismo altri elementi.

I fariseiesaltano la Torah:affermano che le leggi morali che riguardano il rapporto tra uomo e Dio , tra uomo e uomo, sono più importanti dei sacrifici; Gesù è d’accordo con loro. Se si pone al centro la Torah è importante l’insegnamento dei maestri, dei rabbini, degli scribi: il ruolo degli interpreti è quindi più rilevante di quelli che svolgono un ruolo cultuale nel tempio.

Gli ebrei ellenistici pongono al centro la sapienza creatrice o la legge naturale che Dio ha dato a tutti gli uomini , l’ordine divino che Dio ha stabilito nel momento della creazione: legge data non solo a Israele ma a tutta l’umanità; l’ebraismo è la religione del cosmo non solo degli ebrei. I primi a predicare ai gentili sono stati gli ebrei ellenistici. Moltissimi i gentili che frequentavano le sinagoghe: “timorati di dio”, non ebrei, che avevano accettato di vivere secondo la legge del Dio unico . Per gli ellenisti gli ebrei nascono per essere i sacerdoti dell’umanità, analogamente ai leviti che sono nati per essere i sacerdoti all’interno del popolo ebraico. Il popolo di Dio è quindi fatto da ebrei e non ebrei. I non ebrei erano ben accolti nel tempio di Gerusalemme, erano solo esclusealcune parti in cui non potevano entrare . L’universalismo di Isaia aveva fatto comprendere che il tempio è il tempio delle genti. Chiunque poteva offrire sacrifici nel tempio.

Gli esseni dei manoscritti del mar morto erano una piccola comunità (150 persone) , la maggior parte viveva nelle città della giudea, a Gerusalemme vi era un quartiere esseno , i contatti tra Gesù ed esseni sembrano essere stati molto forti . Le prime comunità cristiane si sono date strutture mutuate dagli esseni: la comunione dei beni , il banchetto eucaristico, il rituale di iniziazione. Gli esseni pongono al centro l’attesa messianica; hanno una visione pessimista della potenza del male sulla terra, pensano che il mondo sia corrotto da un peccato angelico: ecco la caduta degli angeli. Il cristianesimo allude continuamente a questi elementi della letteratura apocrifa giudaica, ad esempio Gesù guarisce dagli spiriti maligni, non descritti perché noti a tutti. Abbiamo una forza demonica che è tentatrice e corruttrice, l’uomo è vittima di un male cosmico. La venuta del Messia è attesa nella tradizione essenica come il momento in cui il potere del male cessa , secondo gli esseni avverrà alla fine dei tempi. Gli esseni vivono nell’attesa della fine di questo mondo.

Quindi i vari gruppi potevano rifarsi agli stessi elementi della tradizione e delle scritture ma con pesi e interpretazioni decisamente diversi : all’interno della propria tradizione cambiava la pietra angolare e quindi cambiava l’edificio.

Paolol’ebreo (o il cristiano?)

Paolo era fariseo di Tarso, città “border line” tra mondo ellenistico e giudaico. La filosofia stoica era diffusa nella città, la comunità ebraica ellenistica era fortemente rappresentata. Paolo, di madre lingua greca, bilingue, discepolo di Gamaliele, studia a Gerusalemme, all’interno della tradizione farisaica, ebreo della diaspora, cittadino romano (di nascita, per meriti probabilmente acquisiti dalla sua famiglia) in un’epoca in cui era privilegio di pochi, appartiene ad una elìte. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Lettere Paoline si ha l’impressione che si orienti verso posizioni zelote (ala radicale, fondamentalista, che riteneva che i principi della religione ebraica dovessero essere difesi o imposti con la forza in preparazione del mondo a venire: responsabilità militante) . Ecco Paolo presentato come persona che perseguita alcuni gruppi cristiani . I cristiani si aggiungono alla lista dei movimenti ebraici del tempo. Viene perseguitato il gruppo di Stefano: è l’attività di alcune frange ebraiche contro altri gruppi ebraici del proprio tempo. Paolo secondo la tradizione si converte; Paolo nelle lettere continua a dire di essere ebreo. E’ come se un ebreo ultra ortodosso divenisse riformato, o un cristiano evangelicale divenisse cattolico. Non è una conversione, cambia la collocazione all’interno del cristianesimo: cambia la modalità di essere ebreo, non la sua identità. E’ il passaggio dal fariseismo in una connotazione zelota ad un gruppo messianico. Paolo non dice che non è più ebreo , afferma che il suo modo di intendere l’ebraismo è cambiato: quello che riteneva essenziale non lo ritiene più . La predicazione di Paolo sarà verso gli ebrei ellenisti. Negli Atti si descrive come primo convertito l’eunuco etiope: un “timorato di Dio” che appartiene alla comunità giudeo ellenistica, in pellegrinaggio al tempio. Il cristianesimo approda nelle città. Ecco quindi un fenomeno “moderno”, attraverso le strade romane si diffonde nel bacino del Mediterraneo . Nasce nella pluralità e conflittualità , si diffonde nella pluralità e conflittualità. Nella Lettera ai Colossesi il contesto parenetico rivela come l’identità si riconosca nel comportamento: letica è comunicazione quindi. Il rivestirsi di Cristo è tradizione, riportata anche in Galati: qui lo status non è condizionante dell’identità nuova in Cristo. Anche la tradizione del battesimo, che nasce ad Antiochia, identifica la nuova realtà, allinterno di un percorso di continuità con la circoncisione: per l’ebreo Paolo il battesimo non è un surrogato della circoncisione ma è la circoncisione. L’identità in Paolo è quella battesimale, comune ai credenti . Un identità che per Paolo non cancella ma supera la precedenti: giudei e greci, schiavi e liberi sono identità che sono disinnescate dal battesimo; si accolgono nella comunità perché relativizzate. I testi paolini sono di conseguenza inclusivi : lappartenenza a sé stessi viene depotenziata, l’uomo nuovo rinasce in Cristo perché è Cristo che vive in lui. All’universalismo del giudaismo ellenistico segue l’universalismo del cristianesimo.

Un “cristianesimo giudaico”?

Alcuni studiosi si sono posti il quesito su chi sia l’oggetto della polemica di Paolo avversa al giudaismo delle opere, non esistendo di fatto un’ unica forma. In tal senso vi sono ipotesi audaci: ad esempio vi è chi ritiene che Paolo non si rivolgerebbe, parlando di “etnéai pagani bensì agli ebrei ellenisti, non osservanti, cercando di saldarli a Gesù. La vera contrapposizione quindi sarebbe tra circoncisi osservanti e giudei incirconcisi non osservanti ellenisti . Avremmo quindi un cristianesimo come movimento puramente giudaico almeno fino  al II secolo.

Alessandro Serena

Bibliografia:

Theissen G., Merz A., Il Gesù storico. Un manuale. Queriniana, Brescia 1999.

Becker J., Paolo l’apostolo dei popoli. Queriniana, Brescia 1996

La Bibbia TOB, Elledici Torino 2010.