Il perdono cambia la realtà – Predicazione di Domenica 23 Ottobre 2022

Marco 2,1-12

1 Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo in Capernaum. Si seppe che era in casa, 2 e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere. Egli annunciava loro la parola. 3 E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. 4 Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dov’era Gesù; e, fattavi un’apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico. 5 Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 6 Erano seduti là alcuni scribi e ragionavano così in cuor loro: 7 «Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» 8 Ma Gesù capì subito, con il suo spirito, che essi ragionavano così dentro di loro, e disse: «Perché fate questi ragionamenti nei vostri cuori? 9 Che cosa è più facile, dire al paralitico: “I tuoi peccati ti sono perdonati”, oppure dirgli: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”? 10 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, 11 io ti dico», disse al paralitico, «àlzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua». 12 Ed egli si alzò e, preso subito il lettuccio, se ne andò via in presenza di tutti; sicché tutti si stupivano e glorificavano Dio, dicendo: «Una cosa così non l’abbiamo mai vista».

Predicazione

L’abbiamo sentito, molte volte, fino al punto di diventare una frase scontata, quasi banale. Scriveva un importante scrittore e filosofo del ‘700: “Dio mi perdonerà, è il suo mestiere!”.

Altrettanto celeberrimo è il racconto, così vivido. Ci proietta nella Palestina del primo secolo. Immaginiamo facilmente la folla che circonda la casa, che gremisce l’abitazione. Le case del popolo allora erano ad un solo piano, con un tetto in legno ricoperto di terra. Letteralmente il termine “scoperchiarono” è “scavarono”. Viene calato il lettuccio, immaginiamo con molta cautela, magari in mezzo a strepiti e confusione. Possiamo immaginare frasi quali: “Attenzione là sotto” oppure “piano, fate piano, è molto malato”. Pensiamo anche alla fatica per farsi strada fino a Gesù nella casa, un ambiente stretto e sovraffollato, il caldo, le mosche, gli odori intensi ed acri. L’umanità, con la sua fragilità, le sue ansie, i suoi sbagli, la sua miseria e le sue speranze circonda Gesù. Finalmente, forse anche grazie a qualche spinta, accostano il malato a Gesù. Egli “vede” la fede degli amici, la nota, la osserva e pronuncia -a sorpresa prima di ogni altra azione- la frase che è il fulcro del racconto evangelico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”.

Una bomba! Improvvisa nasce la controversia: alcuni accusano Gesù: solo Dio può perdonare i peccati; diremmo oggi: “Ma chi ti credi di essere?”. In realtà l’accusa rivolta è grave: si tratta di blasfemia e la condanna per questo genere di affermazioni è la morte. Gesù non teme, risponde con decisione: “Cosa è più facile, dire ti sono perdonati i peccati o prendi la tua barella e cammina?”. Non si tratta di una gerarchia dei poteri di Gesù, quasi si volesse stabilire una graduatoria di difficoltà tra perdonare e guarire: è l’annuncio di qualcosa di rivoluzionario ovvero l’autorità di Gesù di annunciare il perdono dei peccati. Dio gli dà infatti il potere ed il diritto di guarire e perdonare. Nel perdono è il Regno che si realizza, Gesù non è l’usurpatore di un potere divino ma è l’esecutore del disegno divino di salvezza da oggi e per sempre. “Il Figlio dell’uomo” ha questo potere ci dice il Vangelo ed il Figlio dell’Uomo è Colui che ha autorità, muore e risorge e verrà nella gloria.

Guarire e perdonare sono due azioni che mettono sullo stesso piano malattia e peccato. Noi siamo abituati a pensare diversamente: la malattia riguarda la scienza, il peccato la chiesa ma duemila anni fa non era così. Gesù considera l’uomo nella sua unità: la sua vita è deturpata dal peccato e dalla malattia senza che si possa distinguere nettamente tra i due. Perdono e guarigione sono espressioni di un unico intervento riparatore di Dio.

Gesù annuncia il perdono ai peccatori, a chi non ce la fa! Ai molti che con le proprie forze non riescono ad essere giusti (o a ritenersi di esserlo) quelli che non riescono a guarire, ad alzarsi.  Ad un’umanità che non riesce a sollevarsi sopra i propri sbagli per ricominciare. A donne e uomini che forse non riescono nemmeno a perdonare sé stessi e temono quindi che il perdono di Dio non sia per loro. Lo annuncia ad un’umanità che lo circonda: malata, ferita, sofferente, peccaminosa … paralizzata!

La fede degli amici del paralitico precede il perdono e la guarigione. È la fede che attraverso un’azione riconosce il potere di Gesù.  Quando analogamente noi attraverso le nostre azioni riconosciamo che Gesù possiede questa autorità, i miracoli possono accadere.  E’ la fede che riconosce che il perdono è  possibile, che il perdono cambia la realtà, oggi e per sempre.  E’ il Signore infatti che opera ed apre a nuove ed inaspettate possibilità . Nel testo leggiamo che il malato “si alzò” ma nell’originale il verbo (egheiro) è al passivo ovvero fu alzato. Possiamo avere fiducia perché è il Signore che ci solleva.

Il perdono salva, guarisce e libera.

Salva perché il perdono del Signore, non certo per i nostri meriti o per i nostri sforzi è già annuncio di vita eterna.

Guarisce perché il perdono ci dona l’armonia e la felicità che vengono da un rapporto sano e buono con Dio,  con il mondo e con sé stessi

Libera, perché accettando il perdono riconosciamo la nostra infermità e incapacità e possiamo farci alzare sulle macerie dei nostri  sbagli, delle nostre fragilità e ricominciare … ricominciare è sempre possibile. Libera   perché perdonati, possiamo perdonare e consentire agli altri di sollevarsi a loro volta.

Ecco perché si dice che il perdono è divino, in ogni visibile atto di perdono la realtà cambia ed il Regno si realizza.

Amen.

Alessandro Serena

Immagine di Heather Truett tramite Pixabay