La luce del Natale – Predicazione di Domenica 18 Dicembre 2022

Fili 4,4-6

4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

Predicazione

In molte case si tramanda la tradizione della corona di avvento ed oggi -quarta domenica di Avvento- si accende la quarta candela. E’ una tradizione che risale al XIX secolo: fu un pastore protestante ad idearla e si diffuse da noi nella seconda  metà del secolo scorso. 

E’ un simbolo affascinante che rappresenta l’avvicinamento al Natale: ogni domenica si accende una candela e quindi la luminosità aumenta domenica dopo domenica per splendere in maniera completa oggi, in occasione della quarta domenica di avvento. Risplende: siamo  ormai prossimi alla venuta di Gesù, la Luce del Mondo.  Ogni candela è simbolica. La prima è denominata “del Profeta”, la seconda “di Betlemme”, la terza “dei pastori” la quarta è detta “degli angeli”. 

Cosa accade ogni qualvolta accendiamo una candela? L’ambiente si rischiara, con certezza. Non è possibile che questa non avvenga, possiamo esserne sicuri. Cosa ci trasmettono le candele accese? Luce, calore,  persino un senso di pace e di intima gioia;  se indugiamo nell’osservarla ci sentiamo quasi abbracciare, avvolgere dal mistero della Luce divina che si incarna in Gesù Cristo. 

Una candela accesa, inevitabilmente illumina. 

Il testo di oggi è la nostra candela. Quando il buio, lo sconforto, la fragilità, la disperazione  ci sommergono possiamo leggerlo e esso inevitabilmente illumina. 

L’esortazione iniziale è decisa e ripetuta: Rallegratevi! E’ rivolta al nostra parte più intima: siate gioiosi (la lettera ai Filippesi secondo alcuni è la lettera della gioia). Non solo: quello che fate di bello lo si veda all’esterno. E’ tutta la nostra persona coinvolta, dentro e fuori:  nella sua interezza. E’ una gioia che coinvolge tutta l’esistenza ed è capace di trasformare anche il nostro essere e le nostre relazioni ma … attenzione, ci trasforma ma non per essere mansueti e docili. Il testo originale qui  usa un termine greco che significa in realtà: ragionevoli, capaci, buoni, virtuosi, eccellenti. E’ ben altro, perché comprendiamo che qui non si tratta di docilità ma di forza. Serve forza per avere queste qualità. La domanda sorge immediatamente: “Questa forza dove la prendo?” . La risposta è lì, pronta: il Signore è vicino.  In Lui abbiamo la forza … gioia e forza. Certo, non basta. Che il Signore è vicino come lo scopro, come lo so? L’apostolo Paolo indica una strada: rivolgiti a Lui. Cura la relazione con il Signore, chiedi, ringrazia,  parla; per ogni cosa , non avere timore, abbandonati! 

Ecco che allora, la vicinanza promessa arriva. Una promessa che è pace. Notiamo bene: pace; il testo non dice che esaudirà ogni nostra richiesta, qualunque essa sia. Vi è qui  il mistero della preghiera, il dramma della preghiera non esaudita, del “perché non guarisci il mio amico malato di tumore “. La Bibbia però ci dice che qualcosa avviene, in noi, nei nostri pensieri. In maniera inspiegabile -supera la nostra intelligenza- qualcosa avviene: è la pace di Dio che custodisce i nostri cuori e i nostri pensieri in Gesù. Custodisce … Anche custodire è un termine che edulcora, addolcisce il senso del testo. Più correttamente si intende qui: sorvegliare presidiare , difendere. Era un termine quello originale che era spesso usato in ambito militare.  In Gesù abbiamo chi difende con forza, con vigore, chi non abbassa mai la guardia. In Lui abbiamo pace e forza. Sì ma difendere da chi, da cosa? Dalla disperazione, dal dubbio, dalla  fatica, dall’angoscia, dalla solitudine, dalla morte.  Possiamo farlo a ragione ben veduta perché  è una difesa che si fonda sulla grazia di conoscere la resurrezione di Cristo e la sua signoria capace di  trasformare le nostre vite in questo mondo e nel prossimo. 

Gioia, pace e forza. Questa è la promessa del Signore. Possiamo contarci. E’ inevitabile come è inevitabile che una candela accesa illumini e risplenda nell’oscurità.

Che il Signore, con la sua gioia, con la sua vicinanza, con la sua dolcezza, con la sua forza, con il suo amore incondizionato ci doni la sua pace che supera ogni intelligenza e custodisca in nostri cuori e i nostri pensieri in Cristo Gesù. Il Signore è vicino, il Signore viene.

Amen!

Alessandro Serena

Immagine di Myriam Zilles via Pixabay